jeudi 2 juin 2016

L'arte di passare il Testimone


L'arte di passare il testimone



Nel 1955, l'industriale Michele D'Ambrosio sposa la causa del
soccer e accetta di divenire principale finanziatore di una nuova
squadra italiana a Montreal. Sotto la bandiera della Canadian-Italian
Amateur Athletic Association, D'Ambrosio come presidente è assistito
da Alfredo Garbarino, Joe Vincelli, M.Tucci, Windy Morielli,
S.Silvestre, con Aldo Cecchi come direttore tecnico. L'esperienza
disastrosa del club Hakoah nell'Inter-provinciale avrebbe potuto
scoraggiarne tanti, ma il successo del calcio a Toronto parlava
chiaro.
La CIAAA vuole dare l'esempio da seguire per fare del soccer uno
sport maggiore. È normale che occorresse investire in uno stadio e
in buoni giocatori, ma D'Ambrosio va oltre. Egli sa bene che, se si
vogliono da 10.000 a 20.000 persone, occorre portare assolutamente
i franco-canadesi allo stadio. Un compito arduo, poiché comincia a
esprimersi formalmente il nazionalismo quebecchese, anche nello
sport. Come testimonia la sommossa di marzo al Forum di Montreal,
provocata, ricordiamolo, dalla presenza del presidente della Lega
nazionale di hockey, Clarence Campbell. Quest'ultimo si era voluto a
tutti i costi presentare alla partita, ben sapendo che non sarebbe
stato gradito, dopo aver sospeso Maurice Richard, ingiustamente
secondo i tifosi.

Per la stragrande maggioranza di franco-canadesi, il soccer
rimaneva uno sport per immigranti anglofoni e allofoni.
D'Ambrosio aveva l'abitudine di raccogliere le grandi sfide.
Montrealese di nascita, nel 1926, all'età di 19 anni, occupava già il
posto di vicecapo in una compagnia idro-meccanica. Poi fondò la
propria azienda e, fra il 1949 e il 1960, la Industrial Plumbing &
Heating occupava un posto importante nel mercato nordamericano.
Negli Anni Trenta, egli aveva sovvenzionato le prime squadre semiprofessionistiche
italiane di hockey e di baseball.

D'altro canto, i franco-canadesi hanno svolto anch'essi un ruolo
nella storia del soccer montrealese. Pochi lo sanno, poiché pochi
storiografi di questo sport hanno osato avventurarsi nella ricerca
attraverso una disciplina etichettata come "rifugio" per immigranti.
Basti pensare all'esempio dei celebri fratelli Castonguay. Il maggiore,
Roland Alphonse Joseph Castonguay, fece la trafila giovanile nel club
Westmount. Quest'omino alto appena 5 piedi e 2, era invece molto
forte e fu una terribile ala sinistra.

Nel 1932, diventò "adulto" e giocò nella prestigiosa squadra della
Canadian Pacific Railway (CPR) che schierava, fra gli altri, Geordie
Jenkins che avrà successo nel Glasgow Rangers. Lo chiamavano
"Dempsey", poiché era capace di un gran tiro, sia di destro che di
sinistro. Nel 1934, con il club Verdun Park che schierava Jim Lone,
Harry Payne jr. e i fratelli Fitzpatrick, "Dempsey" eredita
naturalmente il ruolo di ala. Con il Verdun Park, arriva alla finale
canadese e vince la Challenge Cup contro i Reds di Prince Albert.
L'anno dopo, coi Fitzpatrick, R.A.J. Castonguay va al club Aldred.
Ancora una volta vince la Challenge Cup, primo franco-canadese a
riuscirci.

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